16 Agosto – Palermo

Questa notte non ho dormito. Me ne sono stato tutto il tempo a fissare il soffitto, immobile, mentre le zanzare approfittavano di me senza che nemmeno mi ribellassi. Apatico e insofferente, a guisa di una puttanella accondiscendente. Come me il Dandy, che ho visto più volte alzarsi ad orari imprecisati della notte infastidito dal sonno singhiozzante. Non gli ho detto niente, non abbiamo condiviso l’insonnia, alla fine la notte è una cosa personale e uno spera sempre di poter tornare ai suoi sogni da un momento all’altro. Sogniamo di tornare a sognare. E poi non volevo disturbare le zanzare. Il Fred, che dormiva nel letto di fianco al mio, se l’è passata bene. Almeno così sembra. Verso le prime luci del mattino si è messo a visualizzare qualcosa di movimentato, penso, forse un concerto jazz, perché di punto in bianco ha iniziato a sciorinare note di tromba dalla bocca, muovendosi nervosamente. Quando ci siamo svegliati, per così dire, la proprietaria di casa è passata a raccogliere i soldi e ci ha gonfiati di teorie politiche abbastanza qualunquiste. La abbiamo comunque ascoltata con piacere e pazienza. Noi giovani siamo il futuro del mondo. Lasciata Marsala ci siamo diretti verso le nuvole. Erice è una cittadina strepitosa, arroccata in cima alla Sicilia più caratteristica. Ti puoi sdraiare in piazza a vedere come il mondo giri veloce poichè i cirri corrono imbizzarriti all’altezza della strada. Il campanile, immobile, si infrange contro le nuvole che gli precipitano addosso rapidissimamente, sospinte da chissà quale vento. Pare che la terra acceleri lungo il suo asse e che il tempo scorra più velocemente. Camminando nelle viuzze le nuvole ti accompagnano, sembrano dei ragazzini che si rincorrono tra i vicoli, facendosi dispetti. Sbucano da un angolo, piroettano, alzano una carta, ti regalano un po’ di umidità e ti fanno sentire in aria, a casa loro, nel cielo. È li che abitano le nuvole, nel cielo. Ci sdraiamo per lunghi attimi, fumando, godendo il momento di quel paradiso schivo ed appicicoso che ci corre attraverso. Ancora una volta la musica porta tutto il fascino del paesaggio dentro me, gonfiandolo, ingigantendolo. Ancora una volta la musica e i ricordi appensantiscono l’umidità cui siamo fatti, solidificandola nella gola. Tocca scappare dalle nuvole, guai a perdersi attraverso, e nella via di sera imbocchiamo Palermo dove ci attende la nostra amica Isabella che ci guida e guiderà per vie e luoghi di un capoluogo -si spera- meno turistico possibile. Alloggiamo di fianco alla casa natale di Paolo Borsellino. Quartiere La Kalsa. Qui vicino naque anche Giovanni Falcone. Ogni tanto dire la parola “uomini” -e nominarne alcuni- fa bene allo spirito. Gente che già appartiene alle nuvole.