26th april, Orkney Islands

Avviso che questo resoconto contiene situazioni ed espressioni molto volgari. Vi prego di non leggerlo se non accettate che certe cose accadano al mondo.
Questa mattina il portiere dell’hotel ci bussa alla camera per chiederci a che ora vogliamo lasciare la stanza. Annunciamo di essere quasi pronti, così lui prende l’iniziativa e ci offre un whiskey, che accettiamo volentieri. Per berlo ci porta in camera sua. Assaggiamo il whiskey, che poi whiskey non era, e ci chiede se vogliamo pippare della cocaina assieme a lui. Rifiutiamo educatamente tornandocene in camera ma dopo pochi minuti c’è già qualcuno che bussa nuovamente alla porta. È ancora il portiere, questa volta leggermente più agitato, che ci chiede se siamo tutti “straight”. Essendolo, diciamo sì, siamo “straight”, cioè non siamo gay (o la più fine “invertiti”, come soleva chiamarsi Borroughs) e lui dice che è un peccato, un vero peccato, perchè il suo moroso in quel momento dormiva e lui, dopo aver pippato, aveva tutte le intenzioni di farsi montare da qualcuno. Poverino, ovvio, le droghe eccitano ed è comprensibile. Ci dispiaceva ma non potevamo fare nulla per lui. Se ne va a malincuore e dopo cinque minuti ci riapre la porta della camera con il suo passepartout. Dice che si era dimenticato di chiederci se non fossimo nemmeno bisessuali o comunque se eravamo proprio sicuri delle nostre affermazioni. Probabilmente non era poi così convinto. Bene, domandare è lecito, rispondere è cortesia. Non siamo nemmeno bisex, almeno così giuriamo tutti e quattro di fronte al tribunale della paura e ci facciamo uniti come i pinguini durante le tempeste polari più rigide. Usciti dalla camera mi si fa presto incontro la signora delle pulizie che mi passa un cellulare. Dice: “vuole te”. All’altro capo di chissà dove c’è il padrone dell’hotel che vuole sapere dove diavolo sia Cammy. Chiedo alla signora delle pulizie chi sia questo Cammy e lei mi suggerisce che è quello che sta cercando di portarmi a letto. Dico al padrone dell’hotel che è tutto a posto e che Cammy in fondo è un bravo ragazzo e che in quel momento non lo vedo e che abbiamo già pagato il conto. In realtà mento perchè vedo Cammy fuori dalla porta principale che sta chiedendo ad un gruppo di tre motociclisti qualcosa in maniera molto nervosa. Riattacco, Cammy rientra, trema visibilmente e prova ad approcciare il Puma. La signora delle pulizie mi chiede scusa un centinaio di volte, anche se non capisco a pieno il perchè. Carichiamo la macchina e non appena ci sediamo odiamo bussare al finestrino. Indovinate un po’? È Cammy con la sua ultima proposta. Mi offre 250 sterline per farsi spaccare il culo, così dice, 250 sterline per farselo mettere in quel posto. Nella maniera più autoritaria possibile, intendo per quella situazione, dico “Cammy”, gli dico “non c’è verso”. Che diamine. Non sono mica un parlamentare.
Riusciamo a partire lasciando quella gabbia di matti alla spalle. A proposito: l’hotel si chiama Park View House Hotel, 14 Hermitage Pl, Edinburgh, EH6 8AF, Scozia. 0131 554 6206.
Oggi abbiamo un sacco di chilometri da fare e iniziamo a trottare decisi verso nord. Sapete una cosa affascinante? Il cielo a cirri tozzi e radi, immense colline di erba verde con il sole che casca dai buchi nelle nuvole per disegnare originalissime ombre sui prati. Ecco una cosa affascinante. Le Highland sono affascinanti.
Arriviamo al porto con due ore di anticipo e ci infiliamo in un bar a bere birra e giocare a biliardo (si può scrivere anche bigliardo). Sul traghetto leggiamo un po’, mangiamo un po’ e guardiamo un po’ di Manchester-Shalke04. Alle 20.30 siamo alle Orcadi. Ciao ciao civiltà. Dopo un breve giro sul mare del nord ci buttiamo in un pub. Siamo ancora vestiti con i kilt, ovviamente non li vogliamo più mollare e la gente ci guarda male per la prima volta. Temiamo seriamente di essere presi a cazzotti da un momento all’altro. Facciamo amicizia con Sam, un signore di cinquantasei anni completamente ubriaco. Ci diamo appuntamento per domani sera allo stesso posto ma non so se né noi quattro, né lui, riusciremmo mai a mantenere la parola.
Ora sono a letto e sto scrivendo al solito mentre i ragazzi riposano e in un improvviso impeto di sonnambulismo il dandy si alza e mi dice “descrivilo” e se ne torna a dormire. Boh, non so cosa e se l’ho fatto, spero di sì. Per oggi ne abbiamo viste abbastanza. “Fidatevi di me”. Buona notte da Stromness.