Le menzogne della notte + Oscar Ghiglia

oscar ghiglia riposo

 

DAL TESTO

Così, quella notte, quando ci trovammo alfine al sicuro, imparai da lei veramente l’amore. Voi dormivate, amici, nell’asilo della capanna, noi sotto il cielo nudo, in un incavo del terreno, chiusi da un ombrello di foglie ampio quanto una cupola. E temo di parervi troppo impudico, ma non so se tenermi dal descrivere con parole le delizie che mi si aprirono allora. E di lei, come si spogliò timidamente nel minuscolo albore, che sino a noi trapelava, ed era, non la luna, no, ma un suo profetico assaggio, una luminescenza, una cipria, quale rimane alle siepi dopo ch’è trascorsa una lucciola. Di lei, bianca e tremante sopra di me, delle movenze d’amore. E come insieme affondammo in un nobile turbinio. Con onde che mi correvano dal calcagno alla nuca, impercettibili prima, simili ai gemiti fievoli d’una risacca; poi più turbate, forse sotto l’impulso d’una brezza repentina; quindi grosse a crosciarmi dentro con un fragore che pareva di bufera, ma subito s’addolciva, ripetendomi nella conca dell’orecchio il grido antico dell’oboe nei miei meriggi d’estate… ‘Eunice’ chiamavo allora inaudibilmente, e con dita mai stanche tornavo a carezzarle la guancia, cercavo un ricciolo dove avvorgerle, un grappolo nuovo di lei da mangiare, da bere con le mie labbra… Supino, aiutandomi la luna come in quella notte sul Brenta, contemplavo il suo grande viso pendere sopra di me.
C’era un silenzio, attorno, c’era un pace…

 

ORIGINI

Gesualdo Bufalino – Le menzogne della notte – 1988

Oscar Ghiglia – Riposo

 

DUE PAROLE

L’eredità dalla quale questo piccolo romanzo attinge è immensa, si parla di “le mille e una notte”, “il decamerone” fino ad arrivare ai “racconti di canterbury”. Ambientata in un medioevo rinascimentale a noi sconosciuto, la vicenda si svolge durante una sola notte in prigionia. Quattro figuri, in attesa del giudizio mortale fissato all’alba del giorno successivo, si raccontano le vicende che ivi li hanno condotti. Il tutto, apparentemente semplice, viene orchestrato da Bufalino con una scrittura ricchissima e ricercata, praticamente identica, per raffinatezza ed impalpabilità, al luogo fantastico, elegante ed antico da egli dipinto. Uomo di grande cultura e persona modesta, Bufalino ha lavorato servilmente per la letteratura italiana. Leggerlo arricchisce, e se il lettore avrà l’umiltà di ricambiare il suo lavoro certosino di scelta dei termini, verrà ricompensato con una prosa lucente.