Accabadora – Michela Murgia

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DAL TESTO

Quando l’accabadora sollevò il coperchio, dal contenitore si levò un filo di fumo. Nicola Bastìu accolse l’odore acre, non se lo aspettava diverso, e lo inspirò profondamente, mormorando parole sommesse che la vecchie non diede segno di aver udito. L’uomo trattenne dentro ai polmoni quel fumo tossico, chiudendo gli occhi stordito per l’ultima volta. Forse dormiva già quando il cuscino gli venne premuto in viso, perché non sobbalzò né si oppose. O forse non si sarebbe opposto comunque, che non era cosa per lui morire diversamente da come era vissuto, senza respiro.

 

DUE PAROLE

Incuriosito dalla figura dell’accabadora, trovata per caso su un notiziario tempo fa, sono giunto a conoscenza del romanzo della Murgia, suggeritomi da un amico cui avevo riportato la curiosa esistenza di questa macabra figura. Come spiegato in copertina “acabar” deriva dallo spagnolo “finire”. L’accabadora infatti, nel fascinoso immaginario sardo, è una donna chiamata per terminare le vite delle persone terminali o sofferenti. Difficile verificare la reale diffusione della pratica, quanto la veridicità storica. Il romanzo, purtroppo, getta tutte le derive in narrativa. Facendo un verso quasi ridicolo al realismo di Garcia Marquez nelle prime pagine, si abbandona poi ad una forma di intrattenimento letterario che poco lascia alla riflessione, o all’interessantissimo tema morale dell’eutanasia, la profondità che avrebbe meritato. Il peso della responsabilità della vita, paritetico a quello della morte, si ripete, in maniera un po’ scontata, nel passaggio formale e di certo non voluto, del ruolo delle portatrice di libertà eterna fra la vecchia praticante e la figlioccia, romanticamente unite da un destino di consapevolezza. Romanzo vincitore del premio Campiello 2010. Basito, qualora questo dovesse essere lo zenit della narrativa italiana.

 

SINOSSI SCARNA (Sconsigliata se non si è letto il libro)

  • Bonaria Urrai, sarta, adotta Marta
  • Sposalizio sorella Marta
  • Bonaria Urrai viene chiamata per “terminare” un malato
  • Nicola, un giovane del paese, perde la gamba dopo essere stato colpito da un proiettile, disperato, chiede di essere soppresso dall’accabadora.
  • Dopo lunghi tentennamenti, in accordo con la famiglia, Nicola viene ucciso secondo sua volontà
  • Maria scopre chi sia in realtà Bonaria Urrai, un’accabadora. Si allontana dalla Sardegna e passa un periodo a Torino presso la famiglia Gentili
  • Bonaria Urrai si ammala e Maria torna in Sardegna per vegliarla
  • Maria uccide Bonaria Urrai

 

INFO UTILI

164 pagine, 3 ore di lettura circa
ORIGINI

Accabadora – Michel Murgia – Einaudi, numeri primi (ISBN 9788866213116)
Edward Munch – Moonlight