York, 23rd April

Cominciamo il viaggio con un addio, si saluta quasi definitivamente il buon Jun il quale ci avverte di aver ricevuto in regalo una camicia da donna che io e Capitan Puma avevamo comprato per lui non meno di due giorni fa. Probabilmente non siamo le persone migliori per scegliere un regalo e ne prendiamo atto. Alle dieci e trenta ora Greenwich ci imbarchiamo sul vascello di Capitan Puma, direzione nord. Direzione precisa York, prima tappa, per essere precisi, York inglese. Sia mai. L’equipaggio comprende me, er Dandy, Capitan Puma, per l’appunto, e lo spirito del Fred. Ci accompagna musica italiana, una compilation delle 100 migliori canzoni (decisamente opinabili) acquistato a suo tempo da me medesimo sottoscritto lo scrocchiazeppi in un becero autogrill tosco-emiliano, nell’adorato viaggio verso la dolce calabria. Veleggiamo per più di cinque ore in un oceano di campi gialli e verdi, onde di colza e risacche di erba divise da grigie e profonde vene d’asfalto. La bellezza del colore è cosa oggettiva. Perdo un buono scatto sul tragitto, un cartello bianco su campo ciano che riporta “jesus is lord”. Avrebbe fatto effetto, sicuro, specialmente in periodo post quaresimale, così mi mangio le mani. La fotografia, si sa, è cogliere l’attimo, cioè rendere significativo un momento banale, ma lo spirito del Fred mi suggerisce di non starci troppo a pensare perchè altrimenti potrei uscirne pazzo per niente. Alla fine ogni giorno migliaia, milioni, miliardi di persone si perdono la bellezza della cose che ci circondano senza lamentarsi più di tanto. Giungiamo a York con alcune gocce d’acqua, significative o no, ci puliscono il parabrezza gratuitamente. 28 Clifton road. Ammariamo e siamo subito in centro. La pioggia svanisce e ci concediamo un giro sul fiume, noleggiando una barca. Una barca vera stavolta. La barca vera si chiama Rebecca e sorrido perchè è il nome della meravigliosa creatura del mio amico Nicola. Ci sono un sacco di momenti in cui si può pensare che la vita non è poi così male. Molliamo la barca, la barca vera, e andiamo a cena. Ora scrivo leggermente ubriaco, siamo in camera e Capitan Puma riposa, seguito dal Dandy che russa in maniera veramente originale. Lo spirito del Fred è nel letto a castello, probabilmente a pensare ai ricordi. La moquette mi fa male ai gomiti, scrivo sdraiato a terra e domani ci attende Edimburgo. Non vedo l’ora di togliermi di dosso quest’Inghilterra. Notte.

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