Aldo Cazzullo – A riveder le stelle

Lucifero non è davvero vivo. È una macchina disumana. È la parodi di Dio: sconfitto al centro del mondo, mentre il Signore regna nei cieli; imprigionato nel ghiaccio, l’opposto della fiamma dell’Empireo; e il vento gelido che spira dalle sue ali è il contrario del soffio infuocato dello Spirito Santo. Tutti i demoni dell’inferno dantesco sono macchine o simboli. Cerbero, Minosse, Flegias, il Minotauro, Pluto, Gerione, i giganti non sono davvero spaventosi. L’inferno è negli uomini. L’abisso più profondo è quello dell’animo umano. Per questo l’inferno finisce davvero con il conte Ugolino, con la sua storia in cui l’amore e la speranza sono distrutti dall’odio e dalla disperazione.

DUE PAROLE

L’inferno dantesco narrato a forma di romanzo, di racconto divulgativo. Una rivisitazione edulcorata del sommo testo con l’aggiunta di aneddoti e riferimenti al presente e all’attualità. Una lettura popolare, per avvicinare anche il più stolto dei curiosi alla grande poesia dantesca.