Anaïs Nin – Il delta di Venere

Per la prima volta, il desiderio che le era rimasto a fior di pelle come un’irritazione, si ritirò in una parte più profonda del suo corpo. Si ritirò e si accumulò e divenne un centro di fuoco che aspettava di esplodere secondo i tempi e i ritmi dell’uomo. Il suo tocco era come una danza in cui i due corpi si contorcevano e si deformavano assumendo nuove forme, nuove sistemazioni, nuovi disegni. Ora erano attaccati l’uno all’altro come gemelli, a cucchiaio, il pene di lui contro il sedere di lei, coi seni mobili come onde sotto le sue mani, dolorosamente svegli, coscienti, sensibili. Ora lui era accovacciato sul suo corpo prono come un grande leone, mentre lei coi pugni sotto il sedere si sollevava verso il suo pene. Egli la penetrò per la prima volta e la riempì come nessun altro aveva mai fatto, toccandola nelle più recondite profondità del ventre.

 

DUE PAROLE

Pubblicato postumo, “Il delta di Venere” è una raccolta di racconti brevi che la scrittrice scrisse, quasi per gioco, su commissione di un ricco collezionista interessato alla letteratura erotica. La schietta pornografia degli atti diventa immediatamente noiosa dopo pochi racconti. Non basta il crescendo di oscenità accumulate alla ricerca di stupore da parte del lettore. Personalmente parlando, il libro è abbandonabile dopo un paio di storie. Nulla contro la prosa della Nin (nonostante non spicchi per originalità) ma la costruzione ed ambientazione di scritti brevi e fini a se stessi dilapida rapidamente l’interesse agli stessi. Un abbozzo, a mio avviso per nulla creativo, di una scrittrice tenuta a scandalizzare forse perché influenzata da una particolare conduzione bohemien della vita privata (note furono le sue relazioni con Henry Miller e la moglie, o con il suo psicoanalista). Peccato che non sempre lo scandalo sia sinonimo buona letteratura o di mera originalità.

 

INFO UTILI

4 ore e mezza di lettura circa
Edizioni Bombiani – ISBN 9788845246531
In copertina un quadro di Albert Marquet (The two friends, 1912)