Ashtarak 21 Agosto

Arrivati in cima alla montagna, non ci resta che scendere, e scendere davvero. Siamo insomma al giro di boa e, temporalmente parlando, siamo diretti verso il rientro, il viaggio ha sorpassato la sua metà. Abbiamo portato il filo che ci lega nel punto più lontano, da oggi è giunto dunque il tempo di cominciare a riavvolgerlo, con zelo, ridare corpo alla matassa, sempre attenti a tessere la nostra storia. Continua a leggere

Byurakan 20 Agosto

Sui sentieri del monte Aragat, tra la fortezza di Amberd e il lago di Kari, c’è un cavaliere. Non è come quelli che avete visto nei film americani, questo è sporco e povero e disarmato, ma non è nemmeno il Don Chiscotte. Corre sul suo cavallo bruno che sbuffa umido sudore dalle froge. Lo scudiscia con una lunga frusta rossa, lo sprona. Non ha la postura regale di un templare, o di un maestro d’armi, non ha staffe né sella, solo morbide briglie. Continua a leggere

Goght 19 Agosto

Lo diceva anche Céline: la cosa più difficile ed importante, quando si scrive, è iniziare. Una volta che si ha la prima frase accattivante, il primo cazzotto allo stomaco, si va lisci come l’olio. Lisci, oddio, lui sicuro ci andava -mentre il sottoscritto continua ad arrancare- ma con un po’ di arroganza potrei dire che anche per me valga la stessa regola. Quello che in musica chiamano attacco. Quando giro per i posti che io il Mattia Leonardi e il Matteo Angelino stiamo visitando, penso spesso a come iniziare la pagina del diario. Continua a leggere

Yerevan 18 Agosto

Ieri notte, verso l’una, il Matteo Angelino ci ha salutati avviandosi verso l’aeroporto. Ha fumato il suo chilo di sigarette, ha chiuso lo zaino e ci ha abbracciato lasciando la porta numero 13 del l’hotel “city” chiusa dietro di sé. Come già era accaduto per lo spirito del Fred durante il mio secondo viaggio in Scozia, ho intenzione di portare il Matteo Angelino con noi fino all’ultima tappa di questo diario, perché un compagno di viaggio non si abbandona mai. Mai. Continua a leggere

Tbilisi 17 Agosto

Le due enormi spalle che reggono il peso della storia di Tbilisi si estendono a cavallo della Kira. Come enuncia il secondo postulato di Ridda, e come del resto ben tutti sanno, ogni grande città ha fondato le sue radici accanto ad un corso d’acqua importante. Non ne è da meno la capitale georgiana che si estende a perdita d’occhio lungo le pareti delle colline circostanti. Per chi volesse saperlo, Tbilisi è disordinata, guasta e fatiscente. Continua a leggere

Tbilisi 16 Agosto

Addio, Azerbaijan. Non si usa quasi mai questa parola piena di fascino proibito, almeno non a voce. Io stesso, che avrei avuto occasione di pronunciarla un paio di volte in vita mia, non sono mai riuscito a scandirla per intero. Addio, è la paura di lasciare permanentemente qualcosa. Ed è buffo notare come, al contrario, la cosa non ci spaventi in egual maniera. Continua a leggere

Sheki 15 Agosto

Primo giro di lavanderia, prima giornata decisamente sotto la media. Oggi è ferragosto anche qui, certo non si festeggia, né sanno cosa sia, ma tutto sembra più tranquillo, almeno per il nostro viaggio. La brezza ci sveglia sotto le spesse coperte e quando ci alziamo Naamik è già uscito di casa. Scendiamo in cortile e facciamo colazione con la sua famiglia, uova formaggio e pane raffermo. Salutiamo, ringraziamo, paghiamo, andiamo. Continua a leggere

Lahic 14 Agosto

Prima che iniziasse il viaggio il Mattia Leonardi mi aveva messo all’erta, “il quarto giorno inizia la nostalgia”. Ha ragione, è qualcosa di simile, dettata soprattutto dalla stanchezza che comincia a morderci le gambe e le spalle. Il quarto giorno è quello critico insomma, il vero volano del viaggio, e lo affrontiamo lasciando Baku cominciando a muoverci verso Ovest, verso la Georgia. Addio Mar Caspio, siamo rivolti ora alla sponda nera. Continua a leggere

Quba 13 Agosto

Se la giornata di oggi fosse una poesia su uno dei miei libri, verrebbe sicuramente annotata con tre punti esclamativi. La destinazione è Quba (loro pronunciano gubà) una città nell’azerbaijan settentrionale che risulta comodo svincolo di passaggio per raggiungere le montagne al confine russo. Decidiamo di affidarci ad un tassista per l’intera giornata ed è una scelta che si rivelerà a posteriori assolutamente corretta, nonostante il suo -a dir poco artistico- modo di guidare. Continua a leggere

Qubostan 12 Agosto

 

La stazione dei bus di Baku si trova fuori Baku e ci si arriva comodamente in bus o in taxi, a preferenza. Ci alziamo di buona lena e troviamo un gentilissimo tassista che si industria per mandarci a Qubostan, Gubastana per dirla in modo loro, senza farci troppo penare. Ci scarica in piazza e ci disegna su uno scontrino stropicciato tre numeri, 1, 9 e 5. Saliamo sul pullman e, pronti via, ci addormentiamo torpidamente. Quando apro gli occhi il mio orologio dice che il supposto tragitto di un’ora è scaduto da un pezzo. Continua a leggere