Day 09 – Bicaz / Piatra Neamț

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Stamattina Jeje è tornata in Italia e ora mi tocca guardare attentamente fuori dal finestrino. Ci mettiamo in macchina alle sette di mattina e lasciamo il Maramureș per spostarci in Bucovina. Salutiamo Ana, Loris e Lavinia, ci armiamo di pazienza e giriamo al volante come premurosi timonieri. Non è un caso che la macchina continui a beccheggiare. Come suggeritoci dal fratello di Ana, evitiamo il passo Prislop, a nord del paese prendendo invece la parallela sottostante che infilza Dej e Bistrita. Con una breve pausa per ristorarci siamo a Bicaz nel pomeriggio. L’ingresso è dei più desolanti, dalle curatissime case contadine passiamo a mura fatiscenti affacciate ad un’unica via principale, stretta e polverosa. Siamo speranzosi però, perché la guida cui ci affidiamo riporta la gola del posto come uno sei passaggi più spettacolari a livello paesaggistico. Prima di entrarci un cementificio lungo centinaia e centinaia di metri dalle sembianze di un verme alieno sembra custodirlo come una sfinge. Il percorso è effettivamente suggestivo e la roccia grigia che invade la strada fa quasi male agli occhi nella sua compattezza. Il canyon, con pareti a picco ed alberi che sfidano la gravità, è una cloaca di turisti. Siamo in fondo al 16 di agosto e ce ne dimentichiamo. Prego che quell’ammasso brulicante di vacanzieri si moltiplichi fino a tracimare sulle cime, noi compresi, nulla succede. Siamo stanchi e nervosi, immagino ne risenta anche la scrittura. Sono passate dodici ore di macchina da quando iniziamo a cercare un hotel. La ricerca sembra senza speranza, da Bicaz a Piatra Neamț non troviamo una pensione libera. Nemmeno hotel di lusso. Preventivando la nottata in macchina ci salviamo invece in un vecchio casermone grigio vicino al centro dove blocchiamo tre singole. Dobbiamo ancora decidere dove andare domani.