Frank Brady – Finale di partita. Ascesa e caduta di Bobby Fischer

Pur sfoggiando momenti di genialità, non si trattava dello stesso Bobby Fischer che diciotto mesi prima aveva fatto piazza pulita al campionato americano. Riuscì in ogni caso a terminare appaiato al secondo posto, mezzo punto dietro all’ex campione del mondo russo Vasilij Smyslov. Se Fischer non avesse fatto così bene, la sua carriera avrebbe potuto finire proprio lì, surrealisticamente, nella silenziosa saletta sul retro di un circolo scacchistico. L’Avana segnava il suo ritorno sul palcoscenico mondiale e una misera prestazione avrebbe inevitabilmente aggravato la disillusione di Bobby, forse in maniera permanente. La seconda battuta d’arresto consecutiva in un torneo internazionale gli sarebbe risultata intollerabile. È vero che in genere per Bobby l’unico posto concepibile era il primo, ma dopo la lunga assenza dalla scena mondiale e le snervanti condizioni in cui si era trovato a giocare, decise di considerare accettabile anche il secondo posto. Pubblicamente Bobby sminuì il valore della sua prestazione, ma l’establishment scacchistico sovietico fu impressionato dal modo in cui era riuscito a giocare in condizioni così proibitive. Erano convinti che come giocatore stesse continuando a crescere e che se non si fosse fatto qualcosa in fretta la loro egemonia sarebbe stata a rischio. Tale preoccupazione riguardo a Fischer portò l’Istituto sovietico di ricerca scientifica sportiva, che si occupava anche di psicologia sportiva, a incaricare il Gran Maestro e teorico sovietico Vladimir Alatortsev della creazione di un laboratorio segreto (nei pressi del Circolo scacchistico centrale di Mosca). La sua missione era analizzare le partite di Fischer. Alatortsev e un piccolo gruppo di altri maestri e psicologi lavorarono incessantemente per dieci anni nel tentativo di «risolvere» il mistero del talento di Fischer, oltre a studiarne la personalità e il comportamento. Ne analizzarono in maniera sistematica le aperture, le fasi di mediogioco e i finali, comunicando gli esiti dei loro ritrovamenti ai migliori giocatori sovietici.

DUE PAROLE

Niente più che la stravagante e torbulenta vita di uno dei più grandi giocatori di scacchi della storia. Un must per chi, come me, è appassionato di questo meraviglioso ed eterno gioco.