Larry Watson – Montana 1948

Papà scrollò le spalle, un gesto pieno di rassegnazione e stanchezza. “David, credo che in questo mondo le persone debbano pagare per i loro crimini. Non importa chi sei o chi sono i tuoi parenti. Se sbagli, paghi. Credo in questo. Devo crederci.” Si alzò rigidamente dal tavolo. “Ma questo non significa che il sole splenderà.”

DUE PAROLE

Nell’estate del 1948, in un paesino del Montana, il giovane David vede la vita della sua famiglia stravolta da un evento destinato a lasciare un solco incolmabile. Il distinto zio Frank, medico, gentiluomo e eroe di guerra, viene scoperto essere un mostro che approfitta della propria posizione sociale per abusare di decine di ragazze indiane. La forza del romanzo, e quindi anche della storia raccontata, si basa sul conflitto causato da questa scoperta. Non tanto per la malvagità del gesto in sé – sia chiaro, orribile – quanto perché il padre di David, fratello del medico, è lo sceriffo del paese e la loro famiglia è una delle più ricche e rispettate della contea. Il protagonista del romanzo diventa dunque il padre del narratore che, stoicamente, si trova costretto a dover andare contro la propria famiglia (specialmente contro il vecchio capofamiglia). Si accendono vecchie braci. Tacciato di gelosia nei confronti del fratello, lo sceriffo sceglie la strada della giustizia ben sapendo di venir risucchiato in un vortice di conseguenze che lo porteranno alla disgregazione completa della felicità. Un romanzo che pone una domanda etica rilevante, una questione morale struggente.