Luigi Malerba – Salto mortale

A Roma ci sono ancora certi artigiani dietro piazza Navona in via del Teatro della Pace, che lavorano con il bulino, sono di una bravura incredibile e riescono a fare entrare tutta una scena della Bibbia in un centimetro quadrato. Il sacrificio di Abramo. Anche i Cinesi Antichi erano specialisti in questi lavori di precisione e di miniatura. Però più che altro lavoravano la giada, con la giada facevano il manico e anche la lama. La giada è una pietra durissima che si lavora con la punta di diamante. La lavoravano anche prima di conoscere il diamante chissà come facevano. Forse la giada con la giada.

DUE PAROLE

Romanzo condotto sul piano dell’assurdo. Un giallo, si parte infatti dalla scoperta di un omicidio, che sparpaglia i canoni di una narrazione convenzionale, ortodossa. Malerba, tramite il suo protagonista Giuseppe, che si parla da solo, riflette con leggerezza sul mondo portando un dialogo interiore a un caleidoscopico movimento di opinioni e sensazioni. L’autore distrugge lentamente ogni convinzione acquisita, prima da se stesso e poi ancor più dal lettore, spogliando un enunciato ed evidentissimo giallo poliziesco in un tracollo narrativo pieno di non-sense, contraddizioni, inezie, vacuità. Un messaggio forse recondito e certo faceto agli occhi di quei lettori che si affacciano alla letteratura d’avanguardia sperando di trovare un appiglio di salvezza – o di senso – per e nella realtà che li circonda.