L’uomo che fu giovedì + Odilon Redon

Odillon redon - figure

 

DAL TESTO

-Io mi sono chiesto spesso – disse il Marchese dando un morso a una fetta di pane con marmellata – se non sarebbe meglio per me fare ciò con un pugnale. Moltissime delle migliori imprese sono state condotte a termine così. E sarebbe una nuova emozione immergere nel presidente di Francia un coltello, rigirandolo poi nella ferita.
– Avete torto – ribattè il segretario corrugando le sopracciglia. – Il coltello è soltanto l’espressione d’un vecchio rancore personale con un determinato tiranno. La dinamite, invece, non è solo il nostro migliore strumento, ma anche il nostro miglior simbolo: è per noi un simbolo perfetto come è l’incenso nelle preghiere dei cristiani. Si espande; distrugge soltanto perchè s’allarga. E pur così il pensiero distrugge perchè si allarga: il cervello d’un uomo è una bomba! – gridò lasciando improvvisamente sfogo alla sua strana passione e battendosi il capo con violenza. – Il mio cervello sento che è una bomba, notte e giorno! Deve espandersi! Deve espandersi! Il cervello d’un uomo deve espandersi anche se mette in pezzi l’universo.

 

ORIGINI

L’uomo che fu giovedì (The man who was thursday) – Gilbert Keith Chesterton – 1908

Odilon Redon – Figure – 1876

 

DUE PAROLE

Chesterton era letto e stimato da Borges, motivo più che sufficiente per spingermi alla scoperta dello scrittore inglese. Ho trovato un libro eclettico, capace di riassumere diversi piani di lettura in un romanzo che potrebbe essere qualsiasi cosa, da un classico per bambini, ad una critica esegesi, al romanzo d’avventura, fino alla totale burla letteraria. La trama principale, che si dirama principalmente per le vie di Londra, vede opporsi poliziotti filosofi ad un circolo di anarchici insurrezionalisti che vogliono distruggere il mondo. Chi e cosa sia il mondo, gli stessi anarchici, gli stessi poliziotti, cosa siano i pensieri dell’individuo e della società, cosa li guidi e perchè, sono tutte cose da scoprire in un inerminabile susseguirsi di colpi di scena. Si ribaltano le identità, i punti di vista, le certezze. Gli stessi personaggi cascano nella totale sorpresa di scoprirsi ciò che non sono. Citando lo stesso uomo che voleva essere giovedì la domanda vien concreta: “C’era qualcuno che fosse realmente qualcosa?”.