Samuel Beckett – Malone muore

morgan russell

 

DAL TESTO

La mia situazione è molto delicata. Quante belle cose, quante cose importanti, rischio di perdere per paura, paura di ricadere nell’antico errore, paura di non finire in tempo, paura di godere, un’ultima volta, d’un ultimo fiotto di tristezza, d’impotenza e di odio. Le forme sono varie dove l’immutabile si consola d’essere informe. Eh sì, sono sempre andato soggetto ai pensieri profondi. Dopotutto importa poco finire, devo averlo già detto. La velleità in se non ha nulla di particolarmente disonorevole. Ma è di questo che si tratta? Ci sono buone probabilità. Io voglio solo che il mio ultimo pensiero si esprima fino all’estremo istante, devo aver cambiato idea. Tutto qui, mi capisco. Se la vita venisse a mancare, lo sentirò.

 

DUE PAROLE

Malone è prossimo alla morte nel suo letto, nudo e semi immobile. Con una matita che perde in continuazione inizia a raccontare la volontà della sua fine. Ma il testo non ha a che fare né con il romanzo tradizionale, né con l’arte oratoria, né con il protagonista e nemmeno con il narratore. Malone divaga con il pensiero, ispirato dalla porzione di mondo che vede dall’unica finestra a disposizione e dagli sparuti oggetti che lo circondano (su tutti, un vecchio bastone). La narrazione diventa presto sistematica ed eterea in una perfetta corrispondenza con la camera che lo ospita. Piccola, bianca, asettica, limitata. Una lunga metafora del senso della vita e dalla sua dimensione. Un viaggio esplorativo che ci permette di capire quanto incida il pensiero – la coscienza – in questo breve e limitato tragitto che ci deve accompagnare alla tomba.
INFO UTILI

150 pag – 3 ore e mezza di lettura circa

ORIGINI

Samuel Beckett – Malone meurt (1951)
Morgan Russell – nudo