Davit Gareja 30 Agosto

L’alba ci ha chiamati più volte senza riuscire a svegliarci. E’ arrivata puntuale, come sempre fa quando decide, ma noi la abbiamo ignorata. Abbiamo goduto della luce modesta che si leva nella camera facendoci cullare come pupi. Siamo agli sgoccioli, è tempo di partire per tornare e siamo pigri, abbiamo dosato le energie al centimetro spremendole fino all’ultima goccia. Siamo consumati. Questa notte inizierà un altro viaggio, tutto si srotolerà nuovamente sotto le coperte più tiepide dello stivale. Continua a leggere

Tbilisi 29 Agosto

Stamattina mi sono svegliato con l’alone di un sogno nella testa. Ero ad un mercato rionale, probabilmente in uno dei paesi che ho visitato in questi giorni, ed osservavo la bancarella di un venditore. Aveva, poco lì accanto, una scatola cartone e ci posava sopra una di quelle macchinine elettriche che girano in continuazione senza mai cadere dalla piattaforma. Quel tipo di macchinine che disegnano gli ingegneri. Le accendi, le posi, loro corrono, arrivano fino al bordo, si sporgono e poi tornano indietro. Continua a leggere

Vardzia 28 Agosto

Si pensa sempre di aver qualcosa da dire in qualsiasi situazione e con qualsiasi persona e in qualsiasi momento. Fondamentalmente, lo si fa perché ci si crea un’opinione su tutto. E grazie a Dio, direi anche. Quando ci capita di sentire qualcuno parlare andiamo per la maggiore verso due casi. “Senti tu questo imbecille che idiozie dice”, nella peggiore, oppure cadiamo nel fascino della parlantina e ne rimaniamo ammaliati. Continua a leggere

Tbilisi 26 Agosto

La fatica di dirti, Armenia. La fatica di scriverti e saperti ed esserti passato attraverso come un pensiero nella testa, come polvere sulla strada, come vento nelle gole. E dei tuoi secchi cavalli aver sfiorato le ossa e dei tuoi alti picchi aver misurato l’altezza e delle tue sinuose forme aver goduto le curve e i colori e le vertigini. E dei i tuoi occhi vitrei che galleggiano in un passato di rassegnazione aver sostenuto lo sguardo. Continua a leggere

Yerevan 18 Agosto

Ieri notte, verso l’una, il Matteo Angelino ci ha salutati avviandosi verso l’aeroporto. Ha fumato il suo chilo di sigarette, ha chiuso lo zaino e ci ha abbracciato lasciando la porta numero 13 del l’hotel “city” chiusa dietro di sé. Come già era accaduto per lo spirito del Fred durante il mio secondo viaggio in Scozia, ho intenzione di portare il Matteo Angelino con noi fino all’ultima tappa di questo diario, perché un compagno di viaggio non si abbandona mai. Mai. Continua a leggere

Tbilisi 17 Agosto

Le due enormi spalle che reggono il peso della storia di Tbilisi si estendono a cavallo della Kira. Come enuncia il secondo postulato di Ridda, e come del resto ben tutti sanno, ogni grande città ha fondato le sue radici accanto ad un corso d’acqua importante. Non ne è da meno la capitale georgiana che si estende a perdita d’occhio lungo le pareti delle colline circostanti. Per chi volesse saperlo, Tbilisi è disordinata, guasta e fatiscente. Continua a leggere

Tbilisi 16 Agosto

Addio, Azerbaijan. Non si usa quasi mai questa parola piena di fascino proibito, almeno non a voce. Io stesso, che avrei avuto occasione di pronunciarla un paio di volte in vita mia, non sono mai riuscito a scandirla per intero. Addio, è la paura di lasciare permanentemente qualcosa. Ed è buffo notare come, al contrario, la cosa non ci spaventi in egual maniera. Continua a leggere