Ubik – Philip K. Dick

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DAL TESTO

Io sono Ubik. Prima ancora che l’universo fosse, io ero. Ho creato i soli. Ho creato i mondi. Ho creato le forme di vita di luoghi che esse abitano; io le muovo nel luogo che più mi aggrada. Vanno dove dico io, fanno ciò che comando. Io sono il verbo e il mio nome non è mai pronunciato, il nome che nessuno conosce. Mi chiamo Ubik, ma non è il mio nome. Io sono e sarò eterno.

 

DUE PAROLE

La risposta teorica a alla domanda sulla natura di Ubik, Dick ce la fornisce in chiusura di romanzo. Quella tecnica, riportata nella forma-oggetto del romanzo è questa ““Cos’è Ubik?” chiesse Joe. Non voleva che se ne andasse.
Una bomboletta spray di Ubik” rispose la ragazza “è uno ionizzatore di ioni negativi portatile, con un’unità automa ad alto voltaggio e basso amperaggio alimentata da una batteria all’elio ad alta efficienza. Gli ioni negativi subiscono una rotazione in senso antiorario in una camera di accelerazione completamente polarizzata, che imprime loro una forza centripeta tale che essi tendono ad agglomerarsi piuttosto che a dissiparsi. Un campo di ioni negativi diminuisce la velocità degli anti-protofasoni presenti normalmente nell’atmosfera. Non appena la loro velocità diminuisce, essi cessano di essere anti-protofasoni e, in base al principio di parità, non si possono più unire ai protofasoni che irradiano da persone in congelamento rapido; cioè, le persone in semivita.
“Ubik”, dice in un’altra riga, deriva da “ubiquità”. Questa sua natura divina si sposa con le caratteristiche di questo lavoro assolutamente visionario, dove lo scrittore (che considerava il romanzo speciale, nonostante non fosse nemmeno nei suoi otto preferiti) decide di aggirarsi completamente nel mondo del potere mentale. Tempo, luoghi e dimensioni continuano a contorcersi. Una angosciante lotta per il futuro che si sposta fra mondi reali e persone, attraverso le loro stesse immaginazioni. Un salto cosmico che rifiuta la realtà e si stende come manifesto di un mondo virtuale sempre più concreto che Dick aveva visto, facendosi eternamente angosciare, già molti anni fa.

Nota personale: arrivato a finire il libro il giorno prima di un’operazione chirurgica abbastanza invasiva, ho vagato, nei deliri di dolore e medicinali abbondanti, visualizzando mentalmente alcune scene del libro in prima persona. Ricordo benissimo (qui scrivo pochi giorno dopo le dimissioni) un mare lisergico giallo che mi teneva a galla. Ed una totale empatia con Joe Chip nel momento in cui, salendo l’ultima rampa di scale, si trovava a corto di Ubik.
Altra nota curiosa il salto sul Riccardo III. Arrivando da “Domani nella battaglia pensa a me”, ritrovo una frase di Shakespeare nel testo presa da Dick : “deforme, incompiuto, anzitempo inviato in questo spirante mondo, appena plasmato a mezzo / E pur questo in modo così monco e contraffatto che i cani latrano di me quando io zoppico accanto a loro”.


SINOSSI SCARNA (SCONSIGLIATA SE NON ANCORA LETTO)

Nel 1992 in America scappa un telepate, Joe Chip viene incaricato di risolvere.
Runciter, il capo dell’organizzazione, cerca di tornare in contatto con la moglie in semi-vita, Ella. Viene disturbato da un’entità eterea chiamata Jody.
Viene organizzato un gruppo di anti-psi. A Joe viene presentata una telepate super talentuosa. Pat, che pare possa modificare il passato percepito nei pensieri altrui.
In un imboscata ai danni del gruppo anti-psi, muore il mandante Runciter.
Joe cerca di capire l’evoluzione degli eventi, chi ha tradito e come, inizia un viaggio nel tempo mentale. Senza volere, e a tratti, scorre dal presente al 1939.
Sembra che tutto sia organizzato dalla mente di Pat, che vuole fare morire anche lui.
Joe ritrova Runciter in camera, salvandosi, che gli consegna ubik e spiega come la realtà sia invertita: Runciter è vivo, ed è Joe ad essere in semi-vita.
La realtà di Joe è un mondo mentale costruito su misura per lui da Jody. Nello stesso mondo sta anche Ella, che presto lo abbandonerà per reincarnarsi e lasciare a Joe il suo ruolo di antagonista alla potenza mentale Jody.
Joe ribalta per l’ennesima volta la realtà prendendo posto di Runciter.

 

INFO UTILI

Tempo di lettura:  4 ore e 30 circa. (210 Pagine)
ORIGINI

Ubik – Philip K. Dick (Fanucci Editore)
Paul Klee – Clouds Over bor – 1940