Le libere donne di Magliano – Mario Tobino

Jeno Gyarfas1

 

DAL TESTO

Questi matti sono ombre con le radici al di fuori della realtà, ma hanno la nostra immagine (anche se non precisa), mia e tua, o lettore. Ma quello che è più misterioso domani potranno avere, guariti, la perfetta immagine, poi di nuovo tornare astratti, solo parole, soltanto deliri. Dunque è il nostro incerto equilibrio che pencola, e in superbiamoci e insieme siamo umilissimi, che siamo soltanto uomini capaci delle opposte cose, uguali, nel corso delle generazioni, alla rosa dei venti.

 

DUE PAROLE

In un immaginario paesino, o frazione, nei dintorni di Lucca, si trova, lontano dal mondo reale, un manicomio -cioè una casa di matti- fra i tanti che caratterizzarono l’Italia post fascista. Vere e proprie enclavi di internamento per soggetti non più adatti alla “realtà”, alla borghesia comune.
Dall’alto della sua posizione, si staglia la figura del dottore-narratore, con una prosa clinica e frammentaria. Piccoli ritratti dei personaggi che popolano quel microcosmo difficile da raccontare. Scorci di vite mai narrate, perse nell’eco infinto ed incompreso che l’uomo si ostina chiamare “follia”.

 

SINOSSI SCARNA

Diario non numerato, sequenza di eventi.
Racconto personaggio per personaggio.

 

INFO UTILI

130 pagine, meno di 3 ore di lettura.
Letture simili – Follia Mc grath – Elogio della follia. E. Rotterdam.

 

ORIGINI

Mario Tobino – Le libere donne di Magliano (edizione famiglia cristiana, collezione)
Jeno Gyarfas – sconosciuto