1st May, Glasgow

Gong. Ivan Drago è al tappeto, K.O. Tecnico primo round. Neanche il tempo di far entrare Adriana. Edimburgo vince a mani basse, gomiti altissimi. Questa notte mi sono addormentato fuori dalle coperte. Come al solito salto la colazione perchè arrivo troppo lungo al mattino. Mi ci va sempre un sacco di tempo prima di voler lasciare il caldo accogliente del letto, richiama troppo il tepore dell’utero materno, così mi rannicchio e generalmente salto le colazioni. Ci svegliamo raccontandoci i sogni mentre lo spirito del Fred è in bagno che si sciacqua. Io ho sognato mia nonna Teresa che si duplicava. C’erano due nonne Terese. Cercavano come di tenermi nascosti i segreti dell’universo, cioè che siamo tutti un solo elemento e fluiamo nelle nostre esperienze e che la vita non è altro che un infinito pensiero di una coscienza collettiva alla quale tutti, prima o poi, torneremo a restituire linfa eterna. Il dandy invece dice di aver sognato di essere un vescovo e aver pianto la morte di alcune centinaia di persone davanti ai loro tumuli e poi di aver suonato assieme a Brian May in un rifugio al polo nord. Il puma invece non sogna, lui generalmente fa.
Arrivati in centro a Glasgow ci imbattiamo in una manifestazione dell’internazionale socialista. C’è un gruppetto di gente che protesta e noi ci infiliamo in un vecchio mercato coperto dove una dozzina di anziani balla arzilla delle danze popolari. Sulla via verso il centro troviamo il negozio di shopping stile oasis e spendiamo un sacco di soldi. Proviamo ad indossare almeno metà dei capi in vendita (il Dandy almeno l’ottanta per cento) mentre i commessi ci parlano di calcio. Tutti gli scozzesi parlano di calcio e sono informatissimi sul campionato italiano. Uno, ad esempio, sapeva addirittura che esistesse il Livorno.
Con le nostre belle borsette piene di oro incenso e mirra, da perfetti amanti della natura, viaggiatori esperti scevri da ogni forma di consumismo, ci rechiamo al G.o.M.a. Il museo di arte moderna della città. Mai visto tante schifezze inutili in un solo posto. Banksy, se mi stai leggendo volevo dirti che “mind the crap” avresti potuto andarlo a scrivere lì, piuttosto che a Londra. Avresti fatto più bella figura. Lasciamo la cloaca artistica abbastanza tardi e mangiamo una pizza verso le quattro. Glasgow è strana. È piena di monumenti sporchi di cacche di piccione in testa. Sicuramente elegante, ma un po’ troppo scialba. Manchiamo alla grande le cose più importanti e significative da vedere: la cattedrale, la casa di Mackintosh e l’art school. Anche lo stadio e chissà quante altre cose. Pace amen. Forse per questo Glasgow ci ha deluso un po’. Dopo esserci ritirati per una doccia, usciamo e ci buttiamo in un pub di nome Social. Ci beviamo un litro di leffe a testa a stomaco vuoto e a me sembra di avere un calcinculo in testa. Ripariamo così, volenti o nolenti, dal più nobile dei ristoratori scozzesi, tale McDonald il signore dei panini. Passata la sbronza decidiamo di fidarci del consiglio di un ristoratore italiano che stamattina ci ha servito un caffè. Andiamo in un club di nome Sub dove suonano house tecno pesantissima e scappiamo via dopo poco causa assenza esasperata di avventori. Proviamo in coda in un altro club ma quando ci dicono il prezzo dell’ingresso optiamo all’unanimità per un taxi ed ora sono di nuovo nella hall dell’hotel a scrivere mentre quella fastidiosa receptionist mi osserva.
Domani si torna nel somerset, fine della pacchia, fine della vacanza, viaggio, esperienza, chiamatela come volete. Non so se scriverò domani, sarebbero solo ringraziamenti. Stacco e vado a dormire. Buon primo maggio a tutti, lavoratori.Ancora un mese e sarò fuori di prigione.