Lettere a Milena + Marc Chagall

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DAL TESTO

Ma tu, povera cara, quanto lavoro ti carichi sulle spalle, perché ti senti colpevole, ti vedo china sul lavoro, il collo libero, io sto dietro di te, tu non lo sai – non spaventarti se senti le mie labbra sul collo, non volevo baciarti, è soltanto amore impacciato.

 

ORIGINI

Franz Kafka – Lettere a Milena – 1920 c.ca
Marc Chagall – Birthday – 1915

 

DUE PAROLE

Incontrai la stessa frase e lo stesso quadro qualche anno fa, in concomitanza. Non avevo ancora letto “Lettere a Milena” ma rimasi affascinato da quella frase goffa e al tempo stesso così profonda per sentimento. Pensai che si sposavano perfettamente, le accostai. In questa raccolta di lettere, avviata durante il soggiorno a Merano dello scrittore, Kafka iniziò una fitta corrispondenza, a volte quasi spasmodica, con Milena Jesenská, sua traduttrice ed amante platonica. Si evince tutta la fragilità dell’uomo, di un Kafka eternamente insicuro della sua virilità, della sua umanità e persino del suo ebraismo. Una lettura che permette una visione alternativa dell’amore e della sessualità e che completa, levando per un attimo il velo narrativo, alcuni pensieri cardine dell’autore boemo (basti pensare, per chi l’avesse letto, alla sensazione dell’agrimensore K. ne “il Castello”, dopo l’intimità con la donna del bancone). Penna in mano, soltanto pochissimi, nel processo di autodistruggimento consono ad ogni uomo, hanno raggiunto gli abissi di Kafka. Ne emerge, come la cima di un iceberg, un naturale, freddo e monolitico spettacolo di delicatezza.

 

INFO UTILI

326 pagine
Opere collegate: Kafka, Lettera al padre – Grossman, Che tu sia per me il coltello*
(Grossman cita proprio un passaggio delle lettere “E forse non è vero amore se dico che tu mi sei la cosa più cara; amore è il fatto che tu sei per me il coltello con il quale frugo dentro me stesso”)