DAL TESTO
Il fatto è, mio caro amico, che un uomo innamorato, be’, io lo cancello dal novero dei vivi. Diventa cretino, ma anche pericoloso. Per cui smetto istantaneamente qualsiasi rapporto di familiarità con chiunque mi ami o pretenda di amarmi d’amore, innanzi tutto perché mi annoiano, e poi perché ne diffido come di tanti cani idrofobi che potrebbero entrare in crisi da un momento all’altro. Li metto quindi in quarantena morale fino alla guarigione completa. Non lo dimentichi. So bene che per lei l’amore è una specie di appetito, mentre per me sarebbe invece una specie di… di… comunione delle anime, cosa che non rientra nella religione degli uomini! Lei, ne comprende la lettera, io, lo spirito.
DUE PAROLE
Scopro, dalla piccola nota in calce, che fu Turgenev a far scoprire Mauspassant al grande Tolstoj. Quest’ultimo dice una cosa molto interessante in riferimento alle tre fondamentali caratteristiche che un bravo scrittore dovrebbe avere: Il rapporto morale con l’opera; il talento, e la sincerità di ciò che descrive. Senza ripetere la sua stessa analisi, concordo nel riconoscere a Maupassant un talento innato, una facilità di prosa incredibile e affascinante, fresca, ariosa. La stessa, però, è a mio avviso leggermente artefatta e visibilmente tornita. Pur riconoscendo il talento dunque, mi è parso di trovare in Maupassant un lato artigianale, di un narratore più dotato di mestiere che di genio. Il protagonista del suo romanzo, Georges Duroy, è l’arrampicatore sociale per antonomasia. Partito dalla miseria, sfruttando li buon viso d’un vecchio compagno d’armi (al quale poi soffierà la moglie), il giovano squattrinato entra nell’alta società parigina attraverso il giornalismo. Mira in alto. La sua ascesa si basa su due caratteristiche. Quello della mignatta, ossia la sanguisuga, che si unisce all’entità più sane e dotate fino a succhiar loro l’ultima goccia di sangue, ed infine, a sostituirvisi. E la menzogna, forse anche ingenua menzogna, fornita da un cieco arrivismo. Privo d’ogni scrupolo. Maupassant fa così confessare il suo personaggio “Sarei un bel cretino a farmi cattivo sangue. Ciascuno per sé. La vittoria è degli audaci. E tutto è solo egoismo. Ma l’egoismo per l’ambizione e il successo vale certo più di quello per le donne e per l’amore”. Duroy, in realtà, non è che un’icona. Mai sembra accorgersi e prendere coscienza di quello che gli accade. Nelle poche volte che il giovane si rende conto dei progressi fatti, il procedimento avviene, passivamente, sempre di fronte ad uno specchio. Come se, senza aiuto esterno, egli fosse totalmente privo di dimensione di se stesso. La sua caratterizzazione infatti non è altro che un simbolismo. Come in una scena critica del romanzo, Duroy viene paragonato, per somiglianza visiva, al Gesù che cammina sulle acque raffigurato in un costosissimo quadro dell’epoca. Egli ne rappresenta un sottile parallelismo, ne richiama la finissima irrealtà. Blasfemia? Affatto. Il mito di Cristo, la sua misericordia, hanno gli stessi tratti dello spietato giovane che, effettivamente, incarna valori totalmente antitetici. Questo è il punto più profondo dell’opera e il grande messaggio di questo romanzo. La spietatezza, l’avarizia, l’arroganza, hanno la stessa intoccabile eternità della sofferenza e della misericordia. Sono insiti nella natura umana. Meteore pronte a ripresentarsi in ogni tempo ed in ogni società.
SINOSSI SCARNA (Sconsigliata per chi non avesse letto il romanzo)
- Georges Duroy, squattrinato operaio delle ferrovie parigine, incontra Forestier, un suo vecchio commilitone ora diventato giornalista che lo introduce in redazione.
- Dopo essersi licenziato dal vecchio lavoro, aiutato dalla moglie di Forestier, scrive il suo primo articolo per il giornale
- Inizia una relazione adulterina con la signora Clotilde de Marelle, amica di famiglia
- Non sazio, Duroy si dichiara alla signora Forestier, moglie del suo amico, che lo rifiuta e gli suggerisce di corteggiare la moglie del loro capo redazione, la signora Walter
- Pubblicamente offeso, Duroy regola a duello, uscendone illeso. Litiga e riallaccia con l’amante de Marelle.
- Gravemente malato, muore il suo amico Forestier. Ancor prima del funerale, si dichiara nuovamente alla vedova Forestier, Madeleine, che dopo alcuni mesi di indecisione, accetta l’offerta e lo sposa. Cambia nome nel finto e più nobiliare cognome di “Du Roy”
- Duroy prende in tutto e per tutto il posto di Forestier. Seduce la signora Walter, la più casta del gruppo. Tutti cominciano a schernirlo per la somiglianza con il defunto marito della moglie.
- Il vecchio Vaudrec, amico intimo di Madeleine, che lascia una cospicua eredità alla coppia. Duroy insiste per farsene riconoscere metà del totale e l’ottiene.
- Stufato velocemente della relazione con la Walter trova espedienti per chiudere la storia. Intanto sviluppa interesse per la figlia dei Walter, Suzanne, alla quale si dichiara. Nel mentre i Walter, in seguito a grossi cambiamenti politici nel paese, diventano incredibilmente ricchi.
- Fiutando che Madeleine lo tradisse, organizza un’imboscata covata per mesi. Trova in flagrante la moglie e il ministro degli esteri e li denuncia. In un colpo solo ottiene le dimissioni dell’odiato ministro e il divorzio dalla moglie.
- Consapevole della contrarietà dei Walter (specie della sua ex amante) alla sua relazione con Suzanne, Duroy rapisce la giovane. Per non creare scandalo e gettare disonore sulla figlia, il sig. Walter accetta di dare Suzanne in sposa a Duroy, pur consapevole della sua scaltrezza.
- Duroy e Suzanne si sposano in pompa magna benedetti dal Vescovo.
ORIGINI
Guy de Maupassant – Bel-Ami – 1885 (Osca Mondadori, ISBN 9788804480563)
John Singer Sargent – Léon Delafosse
INFO UTILI
330 pagine , 6 ore e mezza di lettura circa
Opere affini : il rosso e il nero, Stendahl