Paolo Nori – Bassotuba non c’è

Io cambio sempre, le dico.
Boom, mi dice.
Boom cosa?
Adesso sei Proteo.
No. Learco, mi chiamo.
E cambi sempre?
Sempre.
Come mai?
Secondo me è una cosa che succede alle persone sensibili.
E tu sei una persona sensibile?
Sì. Ma in un modo diverso rispetto a come si intende normalmente la cosa. Che quando si dice è una persona sensibile, lo si dice generalmente con due significati, uno positivo, uno negativo. Quello positivo, significa una persona dotata di una certa accuratezza di spirito, uno che capisce le sfumature degli avvenimenti e dei comportamenti senza bisogno di parole o atti inequivocabili. Quello negativo indica una persona debole, incapace di affrontare i problemi che nascono dai rapporto interpersonali.
E tu, invece?

Io un’altra cosa. Si dice, di uno che ha molto viaggiato e molto studiato, che ha la mente aperta. Ecco, una persona sensibile, secondo me, è una persona che ha il sentimento aperto, che ha un forte reazione sentimentale a quello che gli succede attorno. Questa persona, se vuole vivere in una società, deve imparare prima di tutto a essere flessibile. Perché quando il sentimento è aperto, poi entra di tutto. Allora, tenere tutto dentro, non si può. Che come ci sono dei pensieri talmente ossessivi che se restano nella tua testa ti possono fare impazzire, così ci sono dei sentimenti talmente strazianti che se li tieni dentro di si apre la pancia. Allora, se sei flessibile, la tua pancia diventa una specie di magazzino, dal quale entrano ed escono continuamente dei sentimenti.

DUE PAROLE

Allora, io di paolo nori, per ora, ho letto: la banda del formaggio, e non mi ricordo praticamente niente se non una filastrocca di un poeta belga che non esiste, e poi manuale pratico di giornalismo disinformato. intanto quando leggo paolo nori poi mi viene da scrivere e da parlare come paolo nori, ma sarei proprio ipocrita a farlo. e poi è inutile fare l’elenco dei libri di paolo nori che ho letto, visto che tengo questo sito proprio per fare elenchi di libri che ho letto. questo libro mi ha divertito da matti. abituato come sono a leggere il blog dello scrittore ho ritrovato con entusiamo la sua giovinezza. è un libro che tutti gli scrittori più o meno hanno scritto, è un libro – questo – che ho già letto centinaia di altre volte. un racconto semi autobiografico, diciamo così un’autobiografia farcita di vezzo e finzione, in prima persona, dello scrittore squattrinato e maledetto, un po’ debosciato, alle prese con gli affari della vita. un cuore rotto dalla donna che ama, bassotuba, un lunario da sbarcare (se c’è da sbarcare qualcosa, è sempre il lunario) un padre con un tumore, un lavoro precario e, ovviamente, il mestiere di scrivere. di libri così, dicevo, ce ne sono a bizzeffe. ne provo a citare alcuni: tropico del cancro, post office, chiedi alla polvere, la vita agra, buchi, fuoco fatuo, mosca petuski, fame, bon, ci siamo capiti. la difficoltà e la particolarità di voler scrivere un libro del genere sta proprio nell’avere il coraggio di cimentarvisi. in un periodo così solitario per l’umanità, così sideralmente divisorio, la prosa di nori mi ha scaldato cuore e cervello.