Gianni Rodari – C’era due volte il Barone Lamberto

L’uomo il cui nome è pronunciato resta in vita

DUE PAROLE


Una favola dedicata a chi, come spiega l’autore stesso nella parte finale del testo, ama andare controcorrente. Proprio come il deflusso delle acque del piccolo fiume Nigoglia, che impone il suo corso verso Nord allontanandosi dalle acque del lago d’Orta. Oltre alla piacevole scoperta di sapere la vicinanza delle terre natali del rodari e del sottoscritto, mi ha piacevolmente coccolato questo ritorno fiabesco al mio territorio, già costellato di ricordi suggestivi dalla città di Omegna, dove ogni estate andavo a vedere con amici o genitori il rinomato spettacolo dei fuochi d’artificio a tempo di musica proprio sulle sponde del lago protagonista del romanzo. Un racconto fiabesco, probabilmente mutuato dalla novella di fitzgerald (poi diventata famosa al grande schermo) del curioso caso di benjamin button ma perché no anche dell’eterna giovinezza del ritratto di dorian gray. Una narrazione di eterna gioventù, o di rinascita, ma più precisamente di percorso inverso, di ribellione. Qui il barone Lamberto, scoperto il trucco nominato in incipit che garantisce longevità a chi costantemente nominato, torna a vivere l’avventura del racconto, prigioniero di 24 loschi figuri che vogliono approfittare – così come lo sperperone del nipote – della sua enorme ricchezza. Rodari consegna al lettore una letterura ariosa felice e piacevole che rende onore al Piemonte e ad ogni adulto non cresciuto di questa terra.