Il grattacielo aveva creato una nuova tipologia sociale, una personalità fredda e anti emozionale, insensibile alle pressioni psicologiche della vita di condominio, con esigenze minimali in fatto di privacy e capace di prosperare, come una macchina di nuova generazione, nell’atmosfera neutra. Era il genere di abitante che si accontentava di restare seduto nel suo carissimo appartamento e guardare la televisione senza audio, aspettando che i suoi vicini commettessero un errore. Allora gli ultimi incidenti rappresentavano forse un estremo tentativo di ribellione contro il diffondersi di tale logica? Era triste ma, purtroppo, avevano scarse possibilità di successo, proprio perché i loro antagonisti erano persone soddisfatte della loro vita nel grattacielo e non provavano nessuna particolare avversione per quel paesaggio in acciaio e cemento, nessun conato di vomito per l’invasione della loro privacy da parte di organizzazioni statali e uffici statistici e, anzi, vedevano di buon occhio quelle intrusioni, le usavano a loro vantaggio. Erano le prime persone che riuscivano a dominare il nuovo modello di vita di fine secolo. Prosperavano proprio sul rapido avvicendarsi delle conoscenze, sullo scarso coinvolgimento con gli altri, sulla totale autosufficienza di una vita che, non avendo bisogno di nulla, non poteva patire delusioni.
DUE PAROLE
Un’intera società popola il grattacielo, dentro i suoi mille appartamenti divisi su più di quaranta piani. Gli abitanti che lo popolano sono divisi in classi sociali, mai troppo povere, dove al vertice dimorano i più abbienti. Lentamente, dopo l’incontrollabile susseguirsi di reati e soprusi sempre più gravi, il palazzo comincia a isolarsi dal mondo circostante, divenendo campo e teatro di un mutamento sociale. Gli uomini che lo popolano regrediscono ad un livello bestiale in un ancestrale, volgare e godurioso ritorno alla primitività. L’abbandono della tecnologia, delle regole e del senso civico è stato affrontato da tantissimi romanzi distopici ove l’uomo veniva messo a confronto con la sua natura (si pensi a la peste di Camus o a cecità di Saramago) ma qui la causa non appartiene ad un evento esterno, né ad una catastrofe o ad una punizione divina, bensì ad una precisa e condivisa scelta della comunità. L’evidenza della fatica dell’evoluzione è messa a nudo. Il totem fallico, grigio e monumentale del grattacielo è, tomba del progresso, monito imponente delle nostre origini e pertanto anche faro sul nostro futuro.
INFO UTILI
189 pagine, 3 ore di lettura circa
ISBN 9788807884894