Io ti farò fucilare ed allora l’imparerai, perché io non posso fare a meno di sparare, io che sono la rivoluzione…» – Essa non può fare a meno di sparare, Gedali, – io dico al vecchietto, – perché essa è la rivoluzione. – Ma il polacco sparava, mio caro signore, perché lui era la controrivoluzione… E voi sparate perché siete la rivoluzione. Ma la rivoluzione è la contentezza. E alla contentezza non piace d’avere degli orfani in casa. L’uomo buono fa opere buone. La rivoluzione è un’opera buona d’uomini buoni. Ma gli uomini buoni non uccidono. Allora vuol dire che la rivoluzione la fanno gli uomini malvagi.
DUE PAROLE
Babel scrive racconti epici, dove la cavalleria, l’onore, la povertà, la guerra e il coraggio emergono da una prosa aulica e barocca. Sono temi, storie e concetti lontani da un povero italiano dei miei giorni, che difficilmente ritrovo spendibili e, soprattutto, godibili nel senso più blando della piacevole lettura. E su questo libro non ho altro da dire.