J. G. Ballard – Un gioco da bambini

“Non metto in dubbio quel che dice, dottore.” Payne tirò la tenda della doccia come se nella vasca ci fosse ancora il cadavere del signore Miller e lui volesse nasconderlo. “Però avrei un’ultima domanda. D’accordo che i ragazzi hanno ucciso i genitori e hanno fatto tutto da soli. Ma perché? Dalle indagini non sono risultati né maltrattamenti né abusi sessuali. Le vittime non avevano mai alzato neanche una mano sui figli. Se davvero qui esisteva una qualche forma di tirannide doveva essere davvero spietata e feroce, ma non abbiamo trovato niente che avvalori anche lontanamente un’ipotesi simile.”
“E non lo troveremo mai. Questi ragazzi non si stavano ribellando contro la crudeltà o la ferocia. Tutto il contrario, sergente. Quello che non riuscivano più a tollerare era il dispotismo della bontà. Hanno ucciso per liberarsi della tirannia dell’amore parentale.

 

DUE PAROLE

In un piccolo quartiere privato ed elitario, poco fuori Londra, chiamato “Pangbourne village” viene perpetrato un eccidio efferato. 32 adulti vengono spietatamente assassinati nelle loro abitazioni mentre si perde ogni traccia dei figli. Grazie all’indagini svolte dal dottor Greville si arriverà a capire che gli esecutori fossero i figli stessi, in un tremendo atto di rivolta parricida. Come spesso accade nei libri di Ballard il significato si estende presto alla società. Anche ne “il condominio”, recentemente letto, un ambiente circoscritto viene elevato ad esempio sociale universale. I giovani ragazzi incatenati nelle loro vite perfette, isolate, idilliache e da copertina esplodono in violenta rivoluzione. La storia del Pangbourne village, già tacciata da un simile gesto durante il diciannovesimo secolo, si ripete e continuerà a ripetersi. La lezione è scritta a chiare lettere dall’autore, riassunta in una concisa ed efficace singola frase: “In una società totalmente sana, l’unica libertà è la follia.”

 

INFO UTILI

Universale economica Feltrinelli. ISBN 9788807882968
90 pagine, due ore di lettura circa.