Narciso e Boccadoro + Giovanni Bellini

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DAL TESTO

Non è il nostro compito quello di avvicinarci, così come non si avvicinano fra loro il sole e la luna, o il mare e la terra. Noi due, caro amico, siamo il sole e la luna, siamo il mare e la terra. La nostra méta non è di trasformarci l’uno nell’altro, ma di conoscerci l’un l’altro e d’imparar a vedere ed a rispettare nell’altro ciò ch’egli è: il nostro opposto e il nostro complemento.

 

ORIGINI

Narciso e Boccadoro (Narziß und Goldmund) – Hermann Hesse – 1930

Presentazione al tempio (estratto) – Giovanni Bellini – 1460 circa

 

DUE PAROLE

Libro stucchevole e a tratti melenso, “Narciso e Boccadoro” parla del perpetuo completamento di ogni artista e degli estremi che eternamente si rincorrono. Lontanissimo dall’incisività formativa e largamente buonista, può risultare di gradevole lettura per i cerchiobottisti o meglio ancora per quei pinzocheri che Dante scagliava primi all’inferno. Lettori, ma ancor prima individui, che stentano a prendere decisioni e che sempre cercheranno di abbracciare la completezza, piuttosto che la posizione.