DAL TESTO
È noto come un tempo si risolvessero queste situazioni. Un angelo di ragazza in una famiglia detestabile; le si mette per forza alle costole un arnesaccio ch’ella non può sopportare; a poco a poco, l’arnesaccio diventa un uomo passabile, né buono né cattivo; la ragazza si avvede un bel giorno che tra una famiglia come la sua e un adoratore di quella fatta, il minore dei mali è costui, e si decide a farlo felice. Sulle prime, è presa dalla nausea, quando viene a sapere che cosa voglia dire la felicità senza amore; ma il marito è obbediente, l’abitudine attutisce le sdegnose ribellioni, ed ella diventa una buona signora, vale a dire, una donna, per se stessa non cattiva ma che è venuta a patti con la turpitudine. Si adatta, non protesta più, vive e lascia vivere. Così accadeva un tempo, quando non c’era abbondanza di gente per bene.
Ma oggi questa sorta di gente cresce di anno in anno, si conosce, s’intende, e verrà un giorno in cui s’intenderà anche meglio, visto che tutto il mondo ne sarà popolato. Allora, la vita sarà poco meno che felice.
Ed è proprio per questo che io narro la vita di Vera, cioè di una donna che fu delle prime a trovarsi in tali condizioni. I primi casi hanno sempre un interesse storico.
DUE PAROLE
Come per casa di bambola di Ibsen, “Che fare?” rappresenta un romanzo cruciale per il moto di indipendenza del genere femminile e per il ruolo della donna nella società. Ironicamente, scritto anch’esso da un uomo. La storia delle passioni e della formazione sentimentale della giovane Vera, prima promessa ad un ricco rampollo di Pietroburgo, poi sposata con il saggio Lopuchov, e infine nuovamente maritata con il miglior amico di quest’ultimo, il medico Aleksandr Kirsanov. A differenza dell’altra donna per eccellenza del 900 russo, la Karenina, la protagonista descritta da Černyševskij non soffre della disgrazia piombatale addosso dal cielo. Gli amori che sviluppa, rasentano sì l’irrazionalità, ma vengono sempre incubati, sviluppati, e soprattutto accettati con successivi gradi di ponderazione. Se la Karenina soffre di una disgrazia infinita, di quella potenza inumana e inarrestabile, Vera somatizza ogni passo dell’amore con precisione scientifica, propria dei compagni che affiancano la sua esistenza. Il riconciliamento finale è una catarsi sociale, non solo personale. Invece del suicidio sotto l’inarrestabile locomotiva del progresso, Černyševskij sceglie il lieto fine per tutti i suoi protagonisti. Un evidente auspicio rivolto al futuro nel voler accettare la natura dell’amore ancora prima di quella della donna.
INFO UTILI
258 pagine, 4 ore di lettura circa.
Opere affini/collegate:
Casa di bambola – Ibsen, L’amante di Lady Chatterley – D.H.Lawrence, Anna Karenina – Tolstoj
ORIGINI
Černyševskij – Che fare? (Что делать?) – i grandi libri garzanti (ISBN 9788811360520)