Qubostan 12 Agosto

 

La stazione dei bus di Baku si trova fuori Baku e ci si arriva comodamente in bus o in taxi, a preferenza. Ci alziamo di buona lena e troviamo un gentilissimo tassista che si industria per mandarci a Qubostan, Gubastana per dirla in modo loro, senza farci troppo penare. Ci scarica in piazza e ci disegna su uno scontrino stropicciato tre numeri, 1, 9 e 5. Saliamo sul pullman e, pronti via, ci addormentiamo torpidamente. Quando apro gli occhi il mio orologio dice che il supposto tragitto di un’ora è scaduto da un pezzo. Continua a leggere

Baku 11 Agosto

Petrolio. La prima cosa da fare quando si arriva in un paese nuovo è mettere fuori il naso dalla porta e odorare l’aria. Si capiscono un sacco di cose dal puzzo di un posto. L’Inghilterra, ad esempio, sa di piedi sudati di sidro, e New York di pipì di gatto, Singapore di durian, Delhi di carne putrefatta e così via. Continua a leggere

Baku 10 Agosto

Si dice che viaggiare serva a conoscere il mondo. E’ vero, ma c’è di più. Cos’è alla fine un viaggio? Una fuga, un ritorno. Scappiamo in piena volontà per capire quello che non siamo, scappiamo per sentirci ciò che mai potremo essere: estranei con noi stessi, esiliati. Alle luci di un mondo che ci ha spiegato tutto, dal caldo utero del nostro paese, dei nostri amici, della nostra terra, non rimane che un solo modo per osservare l’ombra che proiettiamo, spostarsi al di fuori del cerchio. Ecco cos’è un viaggio. Dire quello che non siamo, diceva l’altro, quello che non facciamo. Continua a leggere