Non so da quanti anni la storia della seduta spiritica mi ossessioni. Ma come? Un piattino da caffè su un tavolo che si muove da solo durante una presunta seduta spiritica? E Romano Prodi tra i partecipanti? E il piattino che rivela la strada in cui si trovava il quartier generale in cui dormiva Mario Moretti, il capo dei rapitori di Moro? Mi stupivo che in questo paese senza verità le indagini su uno dei casi più oscuri della nostra storia dovessero fermarsi davanti all’alibi del paranormale. Seri professori che mostravano di credere a quella che Cossiga avrebbe chiamato una «onesta baggianata». Per di più la seduta spiritica, ossia l’evocazione delle anime dei defunti attraverso il contatto con l’aldilà, si svolgeva senza la presenza di sensitivi o medium, gli intermediari della comunicazione con il soprannaturale. Senza, insomma, il protocollo che si osserva per una seduta. Ancora Cossiga precisò: In un altro paese avrebbero chiuso Prodi in una stanza sigillata fino a quando non sputava il nome dell’informatore. E in un’altra intervista resa a Euronews giustificò così il futuro presidente del Consiglio: Se scoprisse la fonte, non so quanto camperebbe ancora. Dal mio punto di vista, una seduta spiritica doveva restare confinata nella dimensione della superstizione. Eppure era capitato, nella storia repubblicana, che magistrati e membri di commissioni d’inchiesta si ritrovassero disarmati di fronte ad alcuni professori che giuravano di avere ottenuto alcune informazioni vitali per salvare Aldo Moro dallo spirito di due tra i massimi ispiratori della storia della Dc: Giorgio La Pira e don Luigi Sturzo. In Italia, nel ventesimo secolo, un paio di spettri, per quanto di alto livello, erano apparsi in un paesino a pochi chilometri da Bologna ed erano stati capaci di mettere a tacere la ricerca della verità giudiziaria. Il corso della giustizia che si arresta davanti ai fantasmi. Ma davvero la magistratura non avrebbe potuto fare nulla? Stiamo inoltre parlando di studiosi di salda fede cattolica, sebbene la Chiesa abbia sempre condannato lo spiritismo dal momento che la sola forma ammessa di comunicazione con l’aldilà è la preghiera. Tutte le pratiche dello spiritismo sono illecite perché superstiziose e spesso non immuni da intervento diabolico, e perciò furono dalla Chiesa giustamente proibite.
DUE PAROLE
Prendo pari pari le parole dei miei compagni di lettura e le faccio mie: argomento interessantissimo, sviluppo debole. Iovine compone un resoconto storico giornalistico su un episodio significativo della politica italiana tout-court. Un miscuglio di omertà, furbizia, codardia, paralisi, etichetta, superstizione, borghesismo e incapacità. È nota ormai la famosa seduta spiritica da cui uscì la male interpretata soffiata sul covo dei brigatisti che sequestrarono e assassinarono Aldo Moro. E benché il senso del testo sia chiaro e arrivi al dunque, ovvero quello di presentare questa assurda quanto verissima vicenda come esempio supremo dell’ambiente politico italiano, la parte di inchiesta risulta superficiale e poco aggiunge al già noto. Un libro che ho comunque letto con molto piacere, per più motivi: l’elogio a Sciascia, la ripercussione di un pezzo di storia d’Italia cruciale che è necessario non dimenticare, l’assurdità della questione e del nostro paese.