Diario di un seduttore + Elin Danielson

Elin_Danielson-Gambogi

DAL TESTO

“Una ragazza, quindi, non deve essere “interessante”, poiché l’interessante è frutto di una meditazione su se stessi; così, nell’arte, esso finisce con il suo mettere in evidenza la personalità dell’artista. La ragazza che vuole risultare attraente con l’essere interessante, vuole innanzi tutto piacere a se stessa. Ecco l’obiezione che si fa, dal punto di vista estetico, a ogni genere di civetteria. Cosa ben diversa è la civetteria impropriamente detta, che nasce dalla spontaneità; come il pudore femminile, per esempio, che è pur sempre la più bella civetteria. La ragazza interessante può anche piacere, in effetti. Ma ha dovuto rinunciare alla propria femminilità più autentica; del resto, gli uomini da lei attratti sono perlopiù quelli che hanno rinunciato alla propria virilità. Una ragazza diventa interessante sopratutto mettendosi in rapporto con gli uomini. La donna rappresenta il sesso debole, eppure si addice molto più a lei che a un uomo lo starsene in solitudine nella giovinezza. Ella dev’essere capace di bastare a se stessa, ma ciò per cui e in cui ella basta a stessa è in illusione: questo è il dono regale che la natura le ha fatto. Appunto perché riposa nella quiete dell’illusione, la ragazza rimane appartata”

 

ORIGINI

Diario di un seduttore (Da “Aut-Aut”) – Søren Aabye Kierkegaard – 1843

Elin Danielson – Self Portrait

 

DUE PAROLE

Di romanzi epistolari che ci hanno insegnato le vertigini dei sentimenti “erotici” (questo l’aggettivo che lo stesso Kierkegaard ripropone spesso nel testo) ce ne sono stati molti. Su tutti brilla il Werther del Goethe con la sua infinità eredità. Il loro filo conduttore, l’indomabilità del romanticismo e della passione, è ciò che da secoli i pensatori hanno provato a portare sulle pagine con fatica, ovvero l’indicibile mistero che distingue e logora l’animo umano di fronte all’amore. In “Diario di un seduttore”, di umano sembra esserci ben poco. Benché Johannes metta in luce ogni singola zona d’ombra delle sue emozioni, benché sia esso stesso a sezionarsi e denudarsi, il racconto sembra ben al di sopra dell’imprevedibilità degli eventi e delle passioni che così spesso scardinano le nostre vite. L’analisi lucida ed analitica della relazione impostata con la giovane Cordelia è manipolata e decisa scientificamente a tavolino prima ancora che essa s’abbia a manifestare. Tutto è previsto, nulla sembra sfuggire all’onniscente visione del protagonista. Egli anticipa il futuro con la sicurezza degli eventi, con la ragione divina. Realizzando passo dopo passo il suo progetto crudele. La seduzione diventa uno strumento di controllo e terrore. La vittima si trasforma in carnefice secondo un ostentato delirio di onnipotenza dove l’autore pone i più alti quesiti su estetica e volontà.