Harry Harrison – Largo! Largo!

«Un sacerdote è tenuto a dire la verità. Io la dissi, la verità, e per questo mi cacciarono fuori e sono gli stessi che attirano l’Anticristo nelle loro assemblee. Il Collegio dei Cardinali ha consigliato al Santo Padre di ritirare il suo divieto sulla distruzione della vita embrionale, ed egli sta considerando di farlo, mentre la verità della legge di Dio è con noi. Egli disse: «Crescete e moltiplicate” e noi l’abbiamo fatto, ed Egli ci ha dato l’intelligenza per sanare i malati, irrobustire i deboli ed è lì che sta la verità. Il millennio si avvicina, incombe su di noi, su di un mondo sovrappopolato di anime che attendono la Sua chiamata. Questo è il vero millennio. Falsi profeti proclamarono un tempo che sarebbe stato l’anno mille, ma vi è più gente in questa sola città di quanta ve ne fosse in tutto il mondo a quella data. Questa di adesso è l’ora. La vediamo avvicinare, ne leggiamo i presagi. Il mondo non può contenere più gente di così, si spaccherà in due sotto il peso della massa degli uomini. Ma non si spaccherà finché non risuoneranno le sette trombe, a Capodanno, Primo giorno del Secolo. E allora saremo contati.»

DUE PAROLE

Arrivo a questa lettura dopo essermi incuriosito su ciò che è stato denominato come “fogna del comportamento”, ovvero un’osservazione, o esperimento, sostenuto da un etologo statunitense che ha costruito una specie di società in miniatura mettendo insieme, in un luogo circoscritto, alcune colonie di ratti. Lo scopo era quello di dimostrare le teorie del sovrappopolamento, ovvero di come un’eccessiva densità di individui in uno spazio delimitato porti di conseguenza a comportamenti anti sociali, disfattisti, perniciosi e abominevoli. L’esperimento, che prese poi il nome di universo 25, portò effettivamente i roditori della colonia a comportamenti assolutamente innaturali. La cosa interessante, senza ombra di dubbio, fu che ai ratti stessi venne continuamente assicurata abbondanza di cibo e risorse. La teoria mira quindi a dimostrare che la venuta mancanza di intimità, l’incremento di stress e la completa destituzione degli schemi sociali, portino inevitabilmente a una catastrofe collettiva. L’assioma è semplice: il sovrappopolamento porterà al collasso. Forte di questo interessantissimo e non così distopico contesto, ho scoperto che il libro “largo! largo!” prendesse proprio spunto dalla vicenda. è per questo che mi trovo costretto ad esprimere completa delusione e desolazione nell’aver speso utile tempo a sfogliare un romanzo a dir poco banale, che poco o nulla ha sfruttato da sì ricco contesto, non mi ha lasciato nient’altro che amaro in bocca. L’unica connessione fra l’esperimento e la trama del romanzo è appunto il contesto. Ci troviamo in una New York del futuro prossimo ormai abbondantemente sovrappopolata e piegata dai cambiamenti climatici. Assistiamo a un omicidio e restiamo svogliatamente inerti nell’attendere ce il detective di turno, con tutti i cliché di turno, arrivi ad acciuffare l’omicida. Il piattume narrativo è asfissiante quanto il claustrofobico ambiente umano che circonda i protagonisti. Nessuna volontà di addentrarsi nelle ragioni umane viene espressa dall’autore e tantomeno ci si guarda da qualche buona riflessione psicologica. Largo! Largo! rimanga un libro dal potenziale incredibile, ma totalmente inespresso. Collassato nello stesso problema che cerca di descrivere. La sovrappopolazione autoriale ha generato un feticcio sui romanzi gialli. Ripetuto e asfissiato dalle banalità narrative di chi vi si cimenta senza successo.