Anche gli adulti, dunque, soffrivano per cose futili e passeggere? E lei, Antoinette, li aveva temuti, aveva tremato davanti a loro, alle loro grida, alla loro collera, alle loro vane e assurde minacce. Si sporse con cautela dal suo nascondiglio. Ancora per pochi istanti, dissimulata nell’ombra, guardò la madre, che non singhiozzava ma rimaneva tutta raggomitolata su se stessa, lasciando che le lacrime le scorressero fino alla bocca senza asciugarle. Poi si mise in piedi e le si avvicinò: “Mamma”.
La signora Kampf sussultò.
“Che cosa vuoi, che ci fai qui?” esclamò irritata. “Vattene, vattene immediatamente! Lasciami in pace! Non posso più stare un minuto tranquilla in casa mia?”
Antoinette, un po’ pallida, non si muoveva, e restava lì a capo chino. Alle sue orecchie quegli scoppi di voce suonavano ormai flebili e svuotati di ogni forza, come un tuono in teatro. Un giorno, di lì a poco, avrebbe detto a un uomo: “La mamma griderà, pazienza!…”. Stese lentamente la mano, la posò sui capelli della madre, li accarezzò con dita leggere, un po’ tremanti.
“Povera mamma…”
DUE PAROLE
Antoinette è una bambina di quattordici anni che si affaccia all’adolescenza e brucia di voglia di scoperta. I genitori, degli ebrei arricchiti che cercano di piacere in società nonostante le loro origini povere. Li si accusa (se così si può dire) di essere degli arricchiti, e non dei ricchi, nonostante la loro cospicua possidenza. Proprio per imporsi in società, i genitori organizzano un gran ballo, alla quale alla piccola Antoinette viene negato partecipare. Si inctrociano in pochissime pagine diversi temi. L’efficace capacità sintetica della Némirovsky risulta apprezzabilissima, non solo per stile, ma anche per assenza di inutile retorica. L’autrice riesce ugualmente a fornirci un dipinto della borghesia triviale del tempo, a parlare dei problemi di un matrimonio stantio, a sorvolare i turbamenti adolescenziali, e persino una storia d’amore. Risentimento, arrivismo, ambizione, invidia. Davvero encomiabile come una scatola così piccola possa sfiorare tanti ed importanti temi.
L’empiezza della sala vuota, del rifiuto sociale attraverso la non partecipazione degli invitati, rimane la metafora più bella del romanzetto.
INFO UTILI
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adelphi – 9788845919718
in copertina un quadro di Felice Casorati, l’attesa