È necessario, in ogni caso, esplorare le discipline simili, poiché vi si trovano ricchezze a volte inaspettate. E a questo scopo che ho cercato, e spesso trovato, un sostegno nelle scienze come la linguistica, l’archeologia, la demografia, e sono sicuro che valga la pena di continuare questa esplorazione parallela. Se la ricerca multidisciplinare dà risultati positivi, l’esperienza di trovare informazioni utili per le strade vicine a quella principale della nostra investigazione è fonte di grandi soddisfazioni intellettuali. Si ha anche l’occasione di convincersi dell’unità fondamentale della scienza e dei suoi procedimenti.
DUE PAROLE
Due serie di lezioni tenute al Collège de France si condensano in questo libro che, pur rimanendo indubitabilmente accademico, riesce ad incantare come un romanzo. Comprensibile dunque perché Adelphi abbia deciso di proporlo fra i suoi classici. Un testo che scava alle radici dell’uomo e che riporta in vita, attraverso gli studi di genetica, alcune immortali e mai abbastanza approfondite domande. Ad esempio la seguente: “Che cos’è una razza? Una razza è un gruppo di individui che si possono riconoscere come biologicamente diversi dagli altri. Riconoscere, assume, in pratica, un solo significato: la diversità tra una popolazione che si vuol chiamare una razza e le popolazioni vicine dev’essere statisticamente provata, cioè dev’essere dimostrata statisticamente significativa a un certo livello di probabilità”. Cavalli-Sforza esegue una specie di prova del nove delle sue tesi, non avvalendosi soltanto della solidità della genetica ma corroborando le sue testi con scienze parallele e altrettanto imponenti. È così che linguaggio, demografia, biologia, economia e paleoantropologia sostengono quello che si osserva nei geni. Incastonando la teoria nella realtà.