Michele Brusati – La teoria dello spillo


“Non in quest’occasione, ma rubare ho rubato, certo che ho rubato!” Mi confidò sull’aereo al ritorno. “Altrimenti, per cosa mi sarei messo a fare l’assessore? Non per vantarmi, ma rubare è la mia specialità. Sa come mi chiamano? Mister appalto! Non mi beccheranno mai! Fa ridere, che questi giudici si mettano a fare le pulci su un documento del tutto inutile… come se non sapessero che qualsiasi assessore firma una cinquantina di scartoffie simili al giorno, senza nemmeno leggerle!” Stavamo per atterrare a Linate. Si avvicinò al finestrino e cercò di riconoscere i grattaceli. Disse che adorava Milano. Lo affascinava e lo intimoriva allo stesso tempo, come una bestia feroce. Lo metteva a disagio, ma non riusciva a starne lontano: era il suo habitat, il suo parco giochi preferito. “Mi ascolti, questa me l’ha raccontata il mio mentore, un vecchio politico socialista. A tirar giù uno spillo da questo finestrino, ora, a farlo cadere su Milano, può stare certo di una cosa: lo spillo beccherà un tizio intento a fregare qualcun altro. In questa città tutti si fregano a vicenda. È il passatempo ufficiale. Se non freghi un merlo al giorno, non sei degno di viverci! O ancora peggio, non ci sopravvivi!” il Modignani era alto e ben piazzato; compresso nel sedile della classe economica, sembrava un formaggio sottovuoto; eppure, in quel mentre mi sembrava un giovanotto entusiasta. “Ecco, adesso: provi a tirare uno spillo. Sicuro che becca due persone intente a fregarsi a vicenda.”

DUE PAROLE

Prima pubblicazione del mio amico Michele (pubblicazione seria, s’intende). Un romanzo con ritmo, in perenne movimento. Una rocambolesca avventura dai sapori spiccati che, seppur già sentiti, si amalgamano bene come solo le abilità dei buoni cuochi riescono a mescere. Un hard boiled all’italiana, con tante reminiscenze. Ci ho trovato Chandler, the big lebowsky (con i fantomatici nazisti scappati di casa), Soriano, I blues brothers, un romanzo criminale, Bianciardi e – perché non dirlo – l’ironia di Mordecai Richler. È un libro che intrattiene e diverte, che urla chiaramente quali siano gli idoli e la letteratura di cui Michele si è cibato voracemente. Un personaggio ben riuscito, Strazzer, già monilitico ed iconico dal nome (sia mai chiamarlo Gianmaria). E uno probabilmente più da sviscerare, l’avvocato voce narrante dal cuore impavido alla Fabio Fazio. Michele mischia contemporaneità e finzione, e regala spensierato divertimento.