Nemmeno adesso lui osa, però, abbaiare al destino. Dopo un’intera esistenza scandita dal clamore, l’inventore del fascismo è caduto così, senza far rumore. Ha urlato per una vita invocando la Storia, ha disseminato di morti le pianure d’Europa nella certezza che la Storia avrebbe risposto all’appello per, poi, incontrare la fine nella cronaca. D’altronde, lo scrive anche quel poeta inglese: tutti ad aspettarsi un’esplosione fragorosa quando il mondo, invece, finisce in un frigno. Benito Mussolini da Predappio fa ancora un giro nell’ufficio adibito a sua cella, getta ancora uno sguardo al proprio ritratto, poi avverte un rigurgito di succo acido salirgli nell’esofago. Impossibile dire se sia dovuto alla gastrite o al disgusto. Allora si corica sulla branda da campo. Assume la posizione fetale per lenire i dolori addominali. I dolori addominali e tutto il resto.
DUE PAROLE
Essendo parte di una tetralogia e procedendo essa linearmente assieme allo scandire degli anni, non vi è molto altro da aggiungere, se non confermare la validità della lettura, a quanto già detto qui. link