Rocco Tanica – Lo sbiancamento dell’anima

Ero contento di circolare con lei ma specialmente mi andava di rimanerci stanziale, fra quattro mura. È quello che chiamo fidanzamento in casa. Intanto mi godevo l’invidia degli amici che ci vedevano insieme senza capirci granché. Era un po’ come nella barzelletta di Claudia Schiffer (ai miei tempi era Claudia Schiffer ma può essere aggiornata a piacere). C’è Claudia Schiffer che fa una crociera sul panfilo, il panfilo affonda e si salvano solo lei e il motorista. Finiscono su un’isola deserta fuori dalle rotte conosciute e dati per dispersi. Ricerche abbandonate. Per loro comincia una nuova vita: l’uomo di fatica e la top model buttati su un atollo a fare fronte contro la natura ostile. Com’è come non è, simpatizzano. Le differenze sociali sono nulla quando tocca sopravvivere sull’isola deserta. Nelle notti di bufera si stringono l’un l’altra per scaldarsi, finché si stringono tanto e fanno all’amore. Claudia Schiffer e Giordano sono i nuovi Adamo ed Eva, corrono al rallentatore sulla spiaggia, mangiano pesce, frutta e amore e sono felici. Trascorre del tempo e Giordano si immalinconisce. Claudia Schiffer se ne accorge e gli chiede di confidarsi. Giordano confessa: la solitudine, per quanto condivisa, gli pesa tantissimo. Anche a Claudia Schiffer mancano le sfilate e i servizi fotografici, ma la serenità che ha trovato con Giordano non è paragonabile a nessuna sensazione provata nell’effimero mondo della moda. «Se c’è qualcosa, qualsiasi cosa che io possa fare per te io la farò, Giordano amore mio.» Giordano abbandona le remore. «Scusami se te lo chiedo, ma ti puoi raccogliere i capelli?» Claudia Schiffer è stupita ma accondiscende. Lui armeggia con una foglia di palma, la piega a forma di coppola e la prega di indossarla sulle ventitré. «E ti spiace se faccio così?»: prende un frammento di legno carbonizzato dal falò, disegna barba e baffi sul volto di lei e le annerisce un incisivo come se le mancasse. «No, certo, fai pure.» «Dio, come mi vergogno.» «Giordano non dire così, io ti amo.» «Mi sento sporco.» Lei lo zittisce con un bacio. «Claudia.» «Dimmi.» «Il fatto è che stare qui con te è bellissimo, ma mi manca tanto un mio amico di Barcellona Pozzo di Gotto (ME). Noi due siamo sempre stati inseparabili. Cosa non darei per parlargli adesso. È per questo che ti ho combinata così: mi sembra di vedere lui.» Claudia Schiffer è commossa. «E allora parlagli, Giordano.» «Davvero posso?» «Certo che puoi.» «E posso chiamarti Franco?» Claudia coi capelli raccolti, la coppola, la barba, i baffi finti e il dente nero fa cenno di sì. Giordano guarda il mare come per mettere ordine nei pensieri, si fa coraggio. «Franco.» «Dimmi.» «Franco, ma lo sai che sono sei mesi che mi chiavo Claudia Schiffer?» Il senso era un po’ questo.

DUE PAROLE

Che ingenuo nel credermi di fronte ad uno di quei soliti libri banali di comici banali per lettori banali che popolano le zone alte delle classifiche di vendita italiane. Eppur sapevo, come un po’ è accaduto con gli elio e le storie tese, di essere di fronte a un grande musicista prima ancora che ad un gigione buffoneggiante. Sergio conforti non è rocco tanica, questo è certo. L’inganno, nato forse anche dal formato elettronico del testo, non mi ha fatto notare un testo di quasi cinquecento pagine, già indice di notevole impegno compositivo, nonché di inesauribile vena creativa. Il libro mi ha fatto sbellicare dalle risate, un sano umorismo spiccio che è stato un vero toccasana per la spensieratezza. Barzellette, aneddoti da girovago musicante, racconti inventati, conversazioni assurde condite da un punto di vista arguto e brillante, semplicemente simpatico, capace di passare dalla più becera volgarità al più aulico vocabolo esistente. Ma anche un’enciclopedia vivente della storia della musica italiana contemporanea, di un uomo che ha sofferto e soffre ancora la depressione, il mare incurabile di questo secolo. Un libro dunque originale e coraggioso, che ho accolto affettuosamente con molto entusiasmo.