Antonio Scurati – M. La fine e il principio


Siamo nello scannatoio finale, al fondo della più grande carneficina bellica della storia umana, eppure Benito Mussolini punta ancora una volta la sua posta sulla macchinazione politica. Intuisce che il resto del fascismo potrebbe essere molto utile agli americani in chiave anticomunista non appena gli alleati di oggi diventeranno, a guerra finita, i nemici di domani, ritiene di poter penetrare nelle fagli del fronte antifascista apparentemente compatto contro di lui. Confida soprattutto di poter dettare condizioni ai compagni socialisti di gioventù per la propria resa e per passare a loro, invece che ai comunisti e ai conservatori monarchici o democristiani, il potere fascista. A questo scopo incarica il vecchio socialista Carlo Silvestri, perseguitato a lungo dal regime ma ora al fianco del suo Duce, di proporre segretamente ai capi socialisti la propria resa condizionata al rispetto di una serie di punti che garantirebbero la sopravvivenza personale a lui e ai suoi ultimi fedeli e la sopravvivenza storica alle sue ultime idee. Benito Mussolini propone, insomma, che l’eredità della sua repubblica fascista venga consegnata ai repubblicani, non ai monarchici, e al suo ultimo, incompiuto fantomatico esperimento socialista venga custodito proprio da quei socialisti che ha incarcerato, perseguitato, ucciso per decenni. Tratta con tutti, inganna tutti, minaccia la violenza, punta sul compromesso politico, Benito Mussolini. Come ha sempre fatto, come fece in principio, ai tempi della marcia su Roma. Salvo che questo non è il principio, è la fine.

DUE PAROLE

Da quella che ho seguito sin dall’inizio e doveva essere, forse, prima una trilogia poi una tetralogia, poi non si è più capito. Ho solo seguito appassionatamente ogni uscita perché l’epopea italiana del fascismo e del suo Duce, della lotta partigiana, del profondissimo periodo fra le due guerre è stata snocciolata in un modo a me molto caro, ovvero quello della divulgazione popolare. M è un libro, un’antologia, che piace a tutti e che strizza l’occhio ai letterati e alla plebe (così asciutta di letture). Si trovino tutti i difetti e le critiche possibili a questa serie di libri – che ho già ripetitivamente commentato qui – ma M rimane un regalo letterario, certo un “caso editoriale” come si dice sempre con parole già compiute. Un plauso a Scurati e viva l’Italia che non dimentica.