Tbilisi 16 Agosto

Addio, Azerbaijan. Non si usa quasi mai questa parola piena di fascino proibito, almeno non a voce. Io stesso, che avrei avuto occasione di pronunciarla un paio di volte in vita mia, non sono mai riuscito a scandirla per intero. Addio, è la paura di lasciare permanentemente qualcosa. Ed è buffo notare come, al contrario, la cosa non ci spaventi in egual maniera. Continua a leggere

Sheki 15 Agosto

Primo giro di lavanderia, prima giornata decisamente sotto la media. Oggi è ferragosto anche qui, certo non si festeggia, né sanno cosa sia, ma tutto sembra più tranquillo, almeno per il nostro viaggio. La brezza ci sveglia sotto le spesse coperte e quando ci alziamo Naamik è già uscito di casa. Scendiamo in cortile e facciamo colazione con la sua famiglia, uova formaggio e pane raffermo. Salutiamo, ringraziamo, paghiamo, andiamo. Continua a leggere

Lahic 14 Agosto

Prima che iniziasse il viaggio il Mattia Leonardi mi aveva messo all’erta, “il quarto giorno inizia la nostalgia”. Ha ragione, è qualcosa di simile, dettata soprattutto dalla stanchezza che comincia a morderci le gambe e le spalle. Il quarto giorno è quello critico insomma, il vero volano del viaggio, e lo affrontiamo lasciando Baku cominciando a muoverci verso Ovest, verso la Georgia. Addio Mar Caspio, siamo rivolti ora alla sponda nera. Continua a leggere

Quba 13 Agosto

Se la giornata di oggi fosse una poesia su uno dei miei libri, verrebbe sicuramente annotata con tre punti esclamativi. La destinazione è Quba (loro pronunciano gubà) una città nell’azerbaijan settentrionale che risulta comodo svincolo di passaggio per raggiungere le montagne al confine russo. Decidiamo di affidarci ad un tassista per l’intera giornata ed è una scelta che si rivelerà a posteriori assolutamente corretta, nonostante il suo -a dir poco artistico- modo di guidare. Continua a leggere

Qubostan 12 Agosto

 

La stazione dei bus di Baku si trova fuori Baku e ci si arriva comodamente in bus o in taxi, a preferenza. Ci alziamo di buona lena e troviamo un gentilissimo tassista che si industria per mandarci a Qubostan, Gubastana per dirla in modo loro, senza farci troppo penare. Ci scarica in piazza e ci disegna su uno scontrino stropicciato tre numeri, 1, 9 e 5. Saliamo sul pullman e, pronti via, ci addormentiamo torpidamente. Quando apro gli occhi il mio orologio dice che il supposto tragitto di un’ora è scaduto da un pezzo. Continua a leggere

Baku 11 Agosto

Petrolio. La prima cosa da fare quando si arriva in un paese nuovo è mettere fuori il naso dalla porta e odorare l’aria. Si capiscono un sacco di cose dal puzzo di un posto. L’Inghilterra, ad esempio, sa di piedi sudati di sidro, e New York di pipì di gatto, Singapore di durian, Delhi di carne putrefatta e così via. Continua a leggere

Baku 10 Agosto

Si dice che viaggiare serva a conoscere il mondo. E’ vero, ma c’è di più. Cos’è alla fine un viaggio? Una fuga, un ritorno. Scappiamo in piena volontà per capire quello che non siamo, scappiamo per sentirci ciò che mai potremo essere: estranei con noi stessi, esiliati. Alle luci di un mondo che ci ha spiegato tutto, dal caldo utero del nostro paese, dei nostri amici, della nostra terra, non rimane che un solo modo per osservare l’ombra che proiettiamo, spostarsi al di fuori del cerchio. Ecco cos’è un viaggio. Dire quello che non siamo, diceva l’altro, quello che non facciamo. Continua a leggere